A livello personale il suo primissimo ricordo di Gradisca non è dei piu’ positivi (“Sulla panchina del Milan presi una bambola epocale dal Real Madrid” ci scherza su). Ma quando chiediamo al Coordinatore delle nazionali giovanili azzurre Maurizio Viscidi un’analisi sul fatto che ben 14 giocatori delle attuali Under 21 ed Under 20 siano passati da teenager dal Torneo delle Nazioni, il tecnico originario di Bassano del Grappa è un libro aperto. “E’ un dato che non avevo ancora analizzato, ma che per certi versi non mi sorprende – racconta ai nostri taccuini -. Significa che sui ragazzi è stato svolto un lavoro di programmazione a lungo termine che sta portando i suoi frutti”. Mister Viscidi spiega il perchè: “Anzitutto è vincente la scelta di un torneo dedicato agli under 15. Non ve ne sono molti in giro e questo consente ai tecnici di individuare per tempo il talento su cui lavorare, e ai ragazzi di mettersi alla prova in un contesto di alto livello, con partite difficili. I giocatori devono avere la possibilità di sbagliare, di sentire la pressione, di mettere in mostra le proprie qualità e di crescere assieme ai compagni. Poterlo fare in un torneo internazionale è un’ opportunità straordinaria per dei ragazzi cosi’ giovani. E inoltre anche la collocazione è perfetta, arriva al termine della stagione e ci consente un po’ di tirare le somme sul lavoro svolto. Vado controcorrente – prosegue Viscidi – e diro’ che mi piace parecchio anche il fatto che in una manifestazione come questa si giochino molte gare in pochi giorni. Una cosa – sorride – che fa rizzare i capelli allo staff medico e forse anche agli organizzatori, ma che in realtà ha effetti benefici: solo così, sul campo, si puo’ valutare il giovane calciatore non solo in base al talento puro, ma anche alla tenuta atletica e mentale. Mi piace pensare e anzi sono certo – conclude il tecnico – che non sia un caso se 14 ragazzi dell’Under 20 e 21 costituiscano l’ossatura delle rispettive nazionali. Significa che abbiamo individuato per tempo il “materiale tecnico” e ci abbiamo lavorato su. Pertanto è lo staff delle nazionali a dover ringraziare il Torneo di Gradisca, e posso assicurare che i calciatori se lo ricordano molto bene perchè costuisce per loro il primo ricordo a livello internazionale”.
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